Come “Testo Unico Ambientale” (o “Codice dell’ambiente”) si identifica il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Entrato in vigore nel suo testo storico il 29 aprile dello stesso anno, contiene le principali norme che regolano la disciplina ambientale.
In particolare, il Decreto ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali.
Attività
Le diverse realtà aziendali hanno l’obbligo di mettere in atto un processo di continuo monitoraggio e adeguamento normativo anche da un punto di vista ambientale, soprattutto in relazione ai costanti mutamenti che riguardano la normativa nazionale e non solo.
A tal proposto è il Dlgs 121/2011 ad aver introdotto il concetto di “reato ambientale” nel contesto del Dlgs. 231/2001, riguardante la responsabilità d’impresa, ossia la responsabilità penale-amministrativa di enti e società.
Il processo di “compliance normativa” all’interno delle aziende ha il compito di verificare che le procedure interne siano coerenti con l’obiettivo di gestire e controllare i rischi legati alle diverse non conformità ambientali.
Le Aziende ad oggi, devono dunque, essere supportate ad affrontare in modo consapevole un tema che rappresenta oggi uno dei rischi maggiori cui le medesime sono esposte.
La Gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati viene regolamentata dalla quarta parte del Testo Unico Ambientale, in attuazione anche di alcune direttive comunitarie sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi, sugli oli usati, sulle batterie esauste, sui rifiuti di imballaggio, sui policlorobifenili (PCB), sulle discariche, sugli inceneritoti, sui rifiuti elettrici ed elettronici, sui rifiuti portuali, sui veicoli fuori uso, sui rifiuti sanitari e sui rifiuti contenenti amianto. La gestione di tali sostanze permette di garantire un’elevata protezione dell’ambiente, tramite anche controlli particolarmente efficaci che tengono conto della specificità di alcune tipologie di rifiuti speciali.
Questi ultimi devono essere, infatti, smaltiti e/o recuperati senza creare un danno alla salute dell’uomo e senza determinare rischi per le falde acquifere o per il suolo, senza causare problematiche legate ad odori e rumori eccessivi e senza danneggiare, in alcun modo, il paesaggio.
Risulta fondamentale che l’Azienda venga supportata nel processo di adempimento alla normativa, in particolare per iter complessi quali quelli istruttori previsti per la realizzazione di impianti di rifiuti.
L’esercizio di attività produttive può determinare scarico di prodotti di scarto nelle acque, emissioni in atmosfera, rifiuti, rumore in ambiente esterno, inquinamento del suolo e dell’aria e possibili esposizioni a campi elettromagnetici.
Per contenere le conseguenze legate a questi importanti fattori, anche verso realtà limitrofe, è necessario individuare le sorgenti emissive e determinare il livello di inquinamento da esse creato. Per fare questo risulta di fondamentale importanza mettere in atto un processo di indagine ambientale che permetta di caratterizzare chimicamente e fisicamente le varie matrici ambientali al fine di controllare costantemente i livelli di inquinamento creati.
Per quanto riguarda l’aria, la salubrità di quest’ultima risulta essere un requisito fondamentale per la salute e sicurezza dei propri lavoratori: una delle cause principali dell’inquinamento dell’aria è dovuta proprio alle attività produttive non monitorate in modo corretto. L’emissione di una determinata sostanza in aria deve essere autorizzata e periodicamente controllata al fine di garantire, nel tempo, il mantenimento dei limiti di legge e dei limiti imposti dalle varie autorizzazioni.
Sostanze inquinanti provenienti da processi produttivi, che possono essere tra i più vari, si possono trovare, non solo all’esterno, ma anche all’interno dell’ambiente di lavoro: per tale motivo è necessario che l’Azienda venga supportata nel monitoraggio ambientale costante tramite indagini degli ambienti di lavoro e campionamenti di tipo personale, al fine di verificare il rispetto dei limiti di legge per le sostanze presenti in aria.
L’acqua è la risorsa più importante sulla terra. Le normative suddividono le acque in quattro tipologie:
- Acque destinate al consumo umano: d.lgs.31/01, il quale fissa i requisiti chimico-fisici delle acque destinate al consumo umano:
- Acque di scarico: il d.lgs.152/06 parte III, fissa i limiti allo scarico in fognatura, in acque superficiali e sul suolo delle acque di scarico;
- Acque sotterranee: il d.lgs. 152/06 titolo V, fissa i limiti soglia di concentrazione nelle acque sotterranee;
- Acque superficiali: il d.lgs. 152/06 parte III fissa gli obiettivi di qualità delle acque superficiali.
L’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o di parte di esso a determinate condizioni, le quali devono garantire che lo stesso sia conforme ai requisiti del decreto autorizzativo.
Un’Azienda rientra nella procedura di A.I.A quando le sue caratteristiche trovano rispondenza ai requisiti stabiliti in Allegato VIII (impianti di competenza regionale) ed in Allegato XII (impianti di competenza statale) del D.Lgs. 152/06
Esistono due tipi di AIA: le AIA regionali e le AIA statali.
L’Azienda, tramite tale autorizzazione, garantisce la progressiva adozione delle migliori tecniche disponibili in fase di progettazione, gestione, manutenzione e dismissione dei processi e dei prodotti industriali al fine di ridurre, quanto possibile, gli impatti ambientali derivanti dall’esercizio di un’attività industriale.